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Festa Internazionale dell’Infermiere. Ma non c’è molto da festeggiare.

Oggi, 12 maggio, si celebra la Giornata Internazionale dell’Infermiere, un’occasione che dovrebbe essere dedicata al riconoscimento e alla valorizzazione di una professione essenziale per il funzionamento del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

L’Ordine di Trieste ha messo in campo un insieme di iniziative e attività per celebrare al meglio questa importante giornata:

  • Video social dove intervistiamo la cittadinanza sulla figura dell’infermiere, al fine di sensibilizzare i cittadini e i professionisti sull’immagine della categoria e porre in essere riflessioni sul nostro status. Interessante il punto di vista della cittadinanza (disponibile sui canali Social dell’Ordine).
  • Presentazione di una carta delle convenzioni a beneficio degli iscritti all’Ordine, disponibile sul sito OPI Trieste (https://www.opitrieste.it/convenzioni/).
  • Avvio di un sondaggio dedicato agli infermieri che avrà lo scopo di capire necessità e problemi della professione, così da essere analizzati e portati all’attenzione delle istituzioni (sezione news del Sito)

Tuttavia, la realtà che gli infermieri italiani vivono quotidianamente è ben lontana da qualsiasi celebrazione.

La crisi della professione infermieristica: numeri e realtà

La carenza strutturale di infermieri è una delle più gravi minacce alla tenuta del nostro sistema sanitario. Negli ultimi anni, questa situazione si è ulteriormente aggravata a causa di diversi fattori:

  • Condizioni di lavoro insostenibili: Turni massacranti, carichi di lavoro eccessivi, stress psicofisico e burnout sono la norma per molti infermieri, soprattutto dopo l’emergenza COVID-19.
  • Scarsa remunerazione e basso riconoscimento sociale: Gli infermieri italiani sono sottopagati rispetto ai loro colleghi europei e il loro ruolo non è adeguatamente valorizzato dalla società e dalle istituzioni. Ovviamente non è tema strettamente ordinistico, ma è logico che una retribuzione più adeguata aumenterebbe benessere e status sociale. Specie nei casi dove l’infermiere si specializza attraverso percorsi di carriera o formativi d’ambito clinico.
  • Fuga dalla professione: Sempre più infermieri, soprattutto giovani, scelgono di abbandonare il SSN per cercare migliori opportunità all’estero o in altri settori, attratti da stipendi più alti e condizioni di lavoro più umane. Se consideriamo che all’estero ci sono circa 20000 infermieri, capiamo che forse qualcosa che non va c’è. Sarebbe meglio puntare sui nostri professionisti, ben formati e della qualità che il mondo ci invidia (e ce li sottrae). Si rimembra che formare un infermiere costa alla collettività circa 13000/15000 euro.
  • Diminuzione dell’attrattività della formazione: Il numero di laureati in infermieristica è in calo, segno di una progressiva disaffezione verso questa professione.
  • Invecchiamento della forza lavoro: L’età media degli infermieri è in aumento, con un conseguente incremento delle limitazioni al lavoro e dei pensionamenti, che non vengono adeguatamente compensati da nuove assunzioni.

Le conseguenze di questa crisi sono gravi e ricadono sulla qualità dell’assistenza, la tenuta del SSN la salute degli infermieri e dei cittadini.

Le ripercussioni già a breve termine sono un impatto pesante sul sistema sanitario e quindi diretto sul cittadino. L’Ordine che per sua natura giuridica tutela il cittadino e i professionisti che rappresenta non può che manifestare tali condizioni e propone un’agenda su cui lavorare a tutti i livelli.

Così il Presidente Michael Valentini: “In questa Giornata dell’Infermiere, non vogliamo celebrazioni vuote, ma risposte concrete. La chiamerei una “celebrazione mutilata” perché se è vero che in questa giornata è giusto celebrare l’infermiere, è altrettanto vero che la nostra professione andrebbe valorizzata e considerata tutto l’anno”.
L’Ordine dunque propone un’agenda di interventi e chiede con forza:

  • Un aumento delle retribuzioni che riconosca il valore e la responsabilità del lavoro infermieristico: senza entrare in materia sindacale, il cambiamento passa da questo importantissimo auspicio.
  • Un miglioramento delle condizioni di lavoro, con turni meno massacranti, carichi di lavoro sostenibili e un adeguato rapporto infermiere-paziente. Lo stress e il burnout aumentano e mettono a dura prova la salute fisica e mentale degli infermieri, con un aumento del rischio di malattie e infortuni
  • Percorsi di carriera: in regione e in territorio giuliano non sono sufficienti i percorsi di carriera per gli infermieri con una diminuzione netta dei posti dirigenziali proprio nel nostro territorio.
  • Miglior bilanciamento tra vita professionale e vita privata, che per i giovani è ancor più importante rispetto al denaro.
  • Sicurezza: portare avanti politiche di sicurezza per gli operatori. Questo Ordine, come già dichiarato, NON ACCETTERA’ IN SILENZIO ALCUN GENERE DI VIOLENZA CONTRO I PROFESSIONISTI.
  • Un maggiore riconoscimento sociale e professionale del ruolo degli infermieri, con un aumento della loro autonomia e delle loro responsabilità.
  • Un investimento nella formazione e nello sviluppo professionale degli infermieri, per garantire la qualità e l’innovazione dell’assistenza.
  • Un piano regionale e nazionale per l’attrattività e la retention degli infermieri, con misure concrete per contrastare la fuga dalla professione e incentivare i giovani a intraprendere questa carriera. Con tali politiche riprendere le migliaia di infermieri all’estero.

È ora di agire. Non possiamo più permetterci di ignorare il grido d’allarme degli infermieri. Lo dice anche la letteratura scientifica: il futuro del nostro sistema sanitario dipende da loro”.

Per L’Ordine delle Professioni Trieste

Il Presidente
Dott. Michael Valentini